Ecco come una corretta manutenzione può garantire lunga vita agli evacuatori di fumo e calore del tuo sistema di protezione antincendio

SOMMARIO

Manutenzione evacuatori di fumo e calore: scopri perché è obbligatoria, ogni quanto va fatta e quali vantaggi porta alla sicurezza del tuo edificio.

Gli evacuatori di fumo e calore sono dei dispositivi di protezione attiva antincendio molto importanti all’interno del tuo sistema di sicurezza contro gli incendi.

Il loro scopo non è spegnere direttamente le fiamme, ma gestire il fumo e il calore prodotti da un incendio.

Il fumo, infatti, è spesso più pericoloso del fuoco stesso: riduce la visibilità, provoca intossicazioni, danneggia le strutture e accelera la propagazione delle fiamme.

Probabilmente anche tu, se pensi a un incendio, immagini subito alle fiamme che divampano e devastano edifici come capannoni o palazzi.

Tutto giusto, un incendio è questo. Ma in realtà, come ti spiegherò meglio più avanti, un incendio è pericoloso anche per altri aspetti.

E per estinguerlo non basta agire solo sulle fiamme e i focolai che divampano ovunque.

Quindi, gli evacuatori contribuiscono a soffocare l’incendio, ma agendo su altri elementi. Servono infatti per far defluire parte dei fumi caldi che si accumulano all’interno degli ambienti.

Così il tuo sistema antincendio riesce ad abbassare la temperatura del luogo dove sta avvenendo l’incendio. Evitando inoltre la propagazione delle fiamme.

E se i fumi fuoriescono dal condominio, dal capannone o da qualunque ambiente in cui è scoppiato l’incendio si migliora poi anche la visibilità dell’ambiente.

Un sistema EFC ben progettato e mantenuto:

  • facilita l’esodo delle persone durante l’emergenza;

  • migliora la visibilità per i soccorritori;

  • abbassa la temperatura interna;

  • ritarda o previene il flash-over, la fase di incendio generalizzato;

  • limita i danni a merci, impianti e strutture.

Questo è il secondo vantaggio dell’installazione di questo tipo di impianti.

Perché la migliore visibilità permette e facilita l’intervento dei vigili del fuoco e degli operatori interni.

E ovviamente consente alle persone di uscire più velocemente dagli edifici in caso di emergenza.

Quindi un sistema di evacuatori di fumo e calore ben progettato e installato non è solo in grado di salvare vite umane. Può anche mantenere integri gli oggetti nell’edificio.

evacuatori fumo e calore

Tipologie di evacuatori di fumo e calore

Evacuatori manuali e automatici

Gli EFC possono essere:

  • manuali, azionati da un operatore tramite un comando remoto o locale;
  • automatici, che si attivano autonomamente in caso di allarme incendio (collegati a rivelatori di fumo, impianti sprinkler o sistemi di comando centralizzato).

Le normative impongono che il sistema funzioni anche in assenza di energia elettrica, mediante fonti di alimentazione ausiliarie, per garantire la continuità di servizio anche in condizioni critiche (freddo intenso, vento forte, temporali).

Evacuatori naturali e meccanici: differenze tecniche

1. Evacuatori a ventilazione naturale (SENFC)

I sistemi SENFC sfruttano la spinta termica del fumo caldo, che tende a salire, per evacuare i gas verso l’esterno attraverso aperture calibrate poste in copertura o parete.

Sono più semplici e convenienti perché non necessitano di motori o ventilatori, ma richiedono un accurato studio aerodinamico e progettuale per garantire il corretto deflusso dell’aria.

Esempi di soluzioni:

  • finestre o lucernari certificati per l’evacuazione;
  • sistemi automatizzati con motori elettrici a basso consumo;
  • barriere di fumo che suddividono l’ambiente in settori, impedendo la diffusione dei gas caldi.

2. Evacuatori a ventilazione meccanica (SEFFC)

I sistemi SEFFC impiegano ventilatori meccanici che forzano il flusso d’aria, espellendo i fumi in modo rapido e controllato.
Si installano in genere in grandi capannoni, centri commerciali e parcheggi multipiano, dove la velocità di evacuazione è cruciale.

Il numero e la potenza dei ventilatori dipendono da:

  • volume dell’ambiente;
  • numero di occupanti;
  • livello di rischio incendio (definito dalle curve di crescita termica).

Questi sistemi, più complessi e costosi, devono essere dimensionati da un tecnico abilitato secondo UNI 9494-2 e mantenuti da personale qualificato.

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Come funziona un sistema di evacuazione fumo e calore.

Durante un incendio, il calore generato dalle fiamme provoca un rapido innalzamento della temperatura dell’aria circostante.
L’aria calda, meno densa, tende a salire verso l’alto insieme ai gas e ai fumi combusti, creando uno strato caldo e tossico che si accumula subito sotto il solaio o la copertura dell’edificio.

Se questo strato non viene evacuato, accadono tre cose pericolose:

  1. La visibilità si riduce drasticamente, rendendo impossibile orientarsi e ostacolando l’evacuazione delle persone.
  2. La temperatura interna aumenta fino a raggiungere valori tali da deformare le strutture metalliche o far collassare travi e coperture.
  3. Si può innescare il cosiddetto flash-over, cioè la combustione simultanea di tutti i materiali combustibili presenti, che trasforma un incendio localizzato in un rogo generalizzato.

È qui che entrano in gioco gli evacuatori di fumo e calore (EFC), che intervengono nella fase iniziale dell’incendio per ripristinare condizioni di sicurezza interna.

Gli evacuatori creano un effetto camino o “tiraggio naturale”:

  • l’aria fresca penetra dal basso, attraverso aperture o prese d’aria dedicate;
  • i fumi e i gas caldi vengono convogliati verso l’alto ed espulsi all’esterno tramite gli evacuatori posti in copertura o parete;
  • si forma così uno strato di aria respirabile al suolo, libero da fumo, che permette alle persone di evacuare in sicurezza e ai soccorritori di intervenire più rapidamente.

In impianti più complessi, il tiraggio naturale può essere integrato da un sistema di ventilazione meccanica controllata (SEFFC) che forza il flusso d’aria in una direzione prestabilita, migliorando la rapidità di evacuazione dei gas caldi.

Questo equilibrio tra aria in ingresso e aria espulsa è fondamentale: se le aperture non sono bilanciate o se gli evacuatori non si aprono in modo sincrono, l’effetto camino si interrompe, causando ristagni di fumo e surriscaldamento delle strutture.

Per questo motivo, la progettazione e la manutenzione periodica di questi impianti secondo la UNI 9494 sono essenziali: basta un solo dispositivo bloccato o una valvola difettosa per compromettere la funzionalità dell’intero sistema.

Con il Sistema Manutenzione Protetta, ogni evacuatore viene testato e verificato per garantire che l’effetto camino funzioni realmente in caso di emergenza.

Tutti i componenti, dalle ampolle termosensibili ai comandi pneumatici, vengono controllati, registrati e certificati, così da assicurare prestazioni conformi e documentazione pronta per i controlli VVF.

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Cosa dice la normativa UNI 9494.

Quando si parla di evacuatori di fumo e calore, non ci si può affidare al caso.

Questi impianti rientrano a pieno titolo tra i sistemi di protezione attiva antincendio e sono soggetti a una serie di norme tecniche precise, obbligatorie e vincolanti.

La norma di riferimento principale è la UNI 9494, suddivisa in più parti a seconda della fase del ciclo di vita dell’impianto.

UNI 9494-1Progettazione, installazione e messa in servizio dei sistemi di evacuazione naturale di fumo e calore (SENFC).

Stabilisce i criteri per il calcolo delle superfici di evacuazione, la disposizione delle aperture e l’interazione con le barriere di fumo.

Definisce anche i parametri di prestazione, come la superficie aerodinamica utile (Aa) e il coefficiente di efficienza di scarico, che determinano l’efficacia del sistema.

UNI 9494-2Sistemi di evacuazione forzata (SEFFC).

Regola i sistemi con ventilatori meccanici, specificando velocità dell’aria, perdite di carico, direzione dei flussi e requisiti di continuità operativa anche in condizioni di emergenza.

Questi impianti devono garantire che, in caso di incendio, la concentrazione dei fumi nella zona di esodo non superi i limiti di visibilità stabiliti dalla norma.

UNI 9494-3Controllo iniziale e manutenzione periodica degli EFC.

È la norma più ignorata — e la più importante. Indica la frequenza, le modalità e i criteri di verifica semestrale, specificando che la manutenzione deve essere eseguita da personale qualificato e formato, in possesso dei requisiti previsti dal D.M. 1 settembre 2021 e dalla UNI 9994-2.

UNI EN 12101-2Requisiti e prove per gli evacuatori naturali di fumo e calore.

Definisce le caratteristiche costruttive degli evacuatori: materiali, resistenza al vento, alla temperatura, alla corrosione, e capacità di apertura in emergenza.

Chi può firmare la manutenzione degli evacuatori di fumo e calore.

Non tutti possono mettere le mani su un evacuatore di fumo e calore — e ancor meno possono firmare il registro antincendio.

La UNI 9494-3 e il D.M. 1 settembre 2021 sono chiari: la manutenzione può essere eseguita solo da un tecnico manutentore qualificato, dotato di formazione certificata, strumentazione idonea e documentazione aggiornata.

Questo perché il tecnico manutentore non è un semplice operaio: è una figura tecnica responsabile, che deve garantire l’efficienza di un sistema di sicurezza salvavita.

Ogni sua firma equivale a una dichiarazione di conformità funzionale, legalmente rilevante e soggetta a controlli da parte dei Vigili del Fuoco.

Requisiti del tecnico manutentore

Per poter operare e firmare, il tecnico deve dimostrare:

  • formazione specifica conforme alla UNI 9994-2 e UNI 9494-3;
  • addestramento pratico documentato (prove di apertura, test di attuatori, uso di strumentazione di misura);
  • strumentazione calibrata e certificata, come manometri, tester per circuiti pneumatici, rilevatori di perdite, termocamere;
  • accesso ai documenti tecnici aggiornati, incluse le schede di impianto e i manuali del costruttore;
  • registrazione su apposito registro di manutenzione e firma digitale, se previsto.

Un tecnico non qualificato, anche se “esperto” o con anni di mestiere, non può sostituire la figura certificata.

Ogni manutenzione eseguita da personale privo di qualifica è da considerarsi non valida ai fini normativi, e in caso di incendio o ispezione espone il datore di lavoro a responsabilità dirette.

Responsabilità e sanzioni

La responsabilità legale rimane sempre in capo al datore di lavoro o al responsabile dell’attività, che deve vigilare sulla corretta esecuzione della manutenzione.

Ma attenzione: un errore tecnico, una prova saltata o un verbale compilato in modo errato possono avere conseguenze pesanti.

Le sanzioni più comuni comprendono:

  • multe amministrative per mancata verifica o personale non qualificato;
  • sospensione dell’attività in caso di ispezione dei Vigili del Fuoco o dell’ASL;
  • responsabilità penali per omessa vigilanza o negligenza, se l’omissione contribuisce a un evento dannoso (art. 46 del D.Lgs. 81/08).

In altre parole: la firma sbagliata può costare cara.

Una manutenzione “sulla carta” equivale a un impianto non mantenuto, e in sede giudiziaria, la differenza tra una manutenzione reale e una “formale” la decide il perito dei VVF, non il manutentore improvvisato.

Il controllo del datore di lavoro

Il datore di lavoro deve assicurarsi che il tecnico incaricato:

  • sia iscritto al registro dei manutentori qualificati;
  • utilizzi checklist conformi UNI;
  • fornisca rapporti di verifica firmati e datati;
  • rilasci dichiarazioni di funzionalità per ogni intervento.

Un semplice “tagliandino appeso” non è sufficiente. Serve tracciabilità documentale completa, perché in caso di ispezione o incendio le autorità richiederanno:

  • copia del verbale di manutenzione;
  • registro antincendio aggiornato;
  • evidenze fotografiche o digitali delle prove eseguite.

La garanzia del Sistema Manutenzione Protetta.

Con Antincendio Natalini, ogni intervento è eseguito esclusivamente da tecnici qualificati UNI 9494-3 formati presso centri riconosciuti. Ma la nostra garanzia va oltre la norma:

  • ogni firma è certificata digitalmente e associata a un report fotografico dell’impianto;
  • i dati vengono archiviati su piattaforma cloud con accesso riservato al cliente;
  • e, soprattutto, il cliente è protetto economicamente: se un errore o un’omissione sono imputabili a noi, paghiamo noi la sanzione o i danni da malfunzionamento.

In pratica, il Sistema Manutenzione Protetta® trasforma la semplice “firma” in una garanzia contrattuale, eliminando il rischio per il datore di lavoro e assicurando la conformità continua dell’impianto.

Verifica ora se chi firma le tue manutenzioni è realmente qualificato.

Clicca il pulsante e richiedi una consulenza gratuita e ti aiuteremo a controllare i requisiti del tuo manutentore, la validità della documentazione e la conformità del tuo impianto.

Manutenzione obbligatoria degli evacuatori di fumo e calore

La manutenzione semestrale degli evacuatori di fumo e calore non è una scelta: è obbligatoria per legge e disciplinata dalla UNI 9494-3 e dal D.M. 1 settembre 2021.

Questo significa che ogni azienda o condominio che dispone di un sistema EFC (naturale o meccanico) deve eseguire due controlli tecnici all’anno, documentati e firmati da un manutentore qualificato.

Il motivo è semplice: un evacuatore che non si apre o che rimane bloccato in caso di emergenza rende inutile l’intero sistema antincendio.

Un solo componente inceppato può impedire il corretto deflusso dei fumi e mettere in pericolo persone, impianti e strutture.

Prima della presa in carico

Prima ancora di eseguire la manutenzione, è indispensabile che l’impianto sia correttamente censito e documentato.
Il manutentore deve disporre di:

  • disegni tecnici e planimetrie aggiornate, con indicazione delle superfici aerodinamiche e delle posizioni degli evacuatori;
  • schemi funzionali e diagrammi dei collegamenti pneumatici, elettrici o termici;
  • elenco dettagliato dei componenti (tipologia, marca, modello, anno di installazione);
  • manuali d’uso e manutenzione forniti dal costruttore;
  • registro dei controlli precedenti, obbligatorio ai sensi del D.M. 1/09/2021.

Se questa documentazione non è disponibile o risulta incompleta, un professionista antincendio deve ricostruirla prima della presa in carico: solo così è possibile effettuare controlli conformi e tracciabili.

In Antincendio Natalini, questa fase viene gestita all’interno del Sistema Manutenzione Protetta, che prevede un check-up iniziale completo con ricostruzione dei documenti mancanti, verifica dei componenti e digitalizzazione di tutti i dati dell’impianto.

Durante la manutenzione semestrale

La manutenzione vera e propria comprende una serie di controlli visivi, funzionali e strumentali, che devono essere eseguiti secondo le procedure della UNI 9494-3.

I controlli principali riguardano:

  • gruppo di scatto termico di ogni singolo evacuatore;
  • integrità dell’ampolla termosensibile, che deve essere pulita, trasparente e priva di incrinature;
  • cartuccia di CO₂, da collaudare ogni 10 anni e sostituire se la perdita di peso supera il 10% rispetto al valore nominale;
  • valvola termica e impianto pneumatico, da verificare per tenuta, pressione e assenza di perdite;
  • sistemi di apertura manuale (pulsanti, tiranti, quadri di comando), che devono essere accessibili, segnalati e funzionanti;
  • sistemi di comando elettrico o ibrido, testati simulando un reale allarme incendio;
  • dispositivi di segnalazione ottico-acustica, che devono attivarsi contemporaneamente all’apertura degli evacuatori;
  • barriere di fumo e lucernari, verificati per integrità e corretto posizionamento.

In ambienti industriali o coperture estese, il tecnico deve anche controllare le linee vita e i sistemi anticaduta, poiché la sicurezza del manutentore è parte integrante della conformità normativa.

Documentazione e tracciabilità

Ogni intervento deve essere registrato su una lista di controllo ufficiale conforme alla UNI 9494-3, riportando:

  • data e luogo del sopralluogo;
  • nominativo e qualifica del manutentore;
  • controlli eseguiti e risultati ottenuti;
  • eventuali anomalie riscontrate e azioni correttive;
  • firma del manutentore e del responsabile dell’attività.

La copia del verbale deve essere conservata e resa disponibile in caso di ispezione da parte dei Vigili del Fuoco o dell’ASL.

Con il Sistema Manutenzione Protetta, tutta questa documentazione viene digitalizzata automaticamente: il cliente riceve un report completo via e-mail, archiviato nel cloud certificato e accessibile in ogni momento.

In più, grazie al protocollo di verifica interno Natalini, ogni componente critico viene monitorato nel tempo per evitare guasti improvvisi o non rilevati.

Sicurezza del manutentore e accesso alle coperture.

La sicurezza del manutentore è una responsabilità diretta del datore di lavoro e un requisito indispensabile per la validità della manutenzione.

Ogni intervento su evacuatori installati in copertura comporta rischi di caduta dall’alto, da prevenire secondo quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008 e dalle norme UNI EN 795:2012 e UNI 11560:2022.

Per essere conforme alla legge, il datore di lavoro deve:

  • predisporre linee vita e punti di ancoraggio certificati;
  • fornire DPI anticaduta di III categoria;
  • redigere un piano di lavoro in quota (POS/PIMUS);
  • garantire formazione e addestramento specifico al personale.

Una manutenzione eseguita senza tali misure è illegittima e comporta responsabilità penali e sanzioni in caso di incidente.

La sicurezza deve essere progettata sin dall’inizio, prevedendo accessi, passerelle e parapetti nei capitolati tecnici e nei costi di installazione.

Molti edifici datati, privi di linee vita permanenti, non consentono interventi regolari, rendendo di fatto non valida la manutenzione.

Errori frequenti includono:

  • accessi improvvisati e scale non fissate;
  • linee vita non certificate o non revisionate;
  • assenza di verifiche annuali e di spazi di lavoro sicuri;
  • manutentori non formati o privi di DPI idonei.

Con il Sistema Manutenzione Protetta, la sicurezza del tecnico e del cliente è integrata nel protocollo operativo:

  • verifica preventiva delle linee vita;
  • pianificazione del percorso in quota;
  • report fotografico pre e post intervento;
  • sospensione automatica in assenza di condizioni sicure.

Ogni manutentore è formato e dotato di DPI certificati, garantendo interventi conformi, documentati e tracciabili.

In conclusione, non esiste conformità senza sicurezza: un impianto perfettamente funzionante ma manutenuto in violazione delle norme è un rischio legale e umano.

Con il Sistema Manutenzione Protetta, la sicurezza diventa un valore garantito: tutela l’impianto, le persone e la responsabilità del datore di lavoro.

Come garantire la conformità nel tempo degli evacuatori di fumo e calore.

Un impianto di evacuazione di fumo e calore non è un sistema “installi e dimentichi”.

Per restare realmente efficace, deve mantenere nel tempo le stesse prestazioni previste in fase di progetto, garantendo che, in caso di incendio, l’effetto camino si attivi immediatamente e in modo controllato.

La UNI 9494-3 definisce con precisione i requisiti di mantenimento e le verifiche obbligatorie per garantire la continuità di servizio del sistema nel corso degli anni.

Prestazioni costanti e durabilità

Per essere considerato conforme, un evacuatore deve garantire nel tempo:

  • la stessa superficie aerodinamica utile (Aa) definita nel progetto approvato, senza riduzioni dovute a deformazioni, sporcizia o ostruzioni;
  • l’attivazione corretta dei dispositivi di comando termico, elettrico o pneumatico, anche in condizioni ambientali estreme (basse temperature, vento, pioggia o esposizione prolungata ai raggi UV);
  • la resistenza dei materiali alle condizioni atmosferiche e agli sbalzi termici, evitando corrosione, ossidazione o deformazioni dovute al calore;
  • la sincronizzazione dei comandi di apertura, per evitare tempi di reazione differenti tra più evacuatori collegati allo stesso impianto.

Questi parametri non sono solo indicazioni tecniche: rappresentano i livelli minimi di prestazione necessari per garantire la sicurezza delle persone e la tenuta strutturale dell’edificio in caso di incendio.

Le verifiche obbligatorie secondo UNI 9494-3

Per assicurare la conformità nel tempo, la UNI 9494-3 prevede verifiche semestrali accompagnate da prove funzionali reali e registrazioni ufficiali.

Durante la manutenzione il tecnico qualificato deve eseguire:

  • Prove di apertura di emergenza, simulando un allarme incendio per verificare che ogni evacuatore si apra completamente entro i tempi prescritti.
  • Controllo del gruppo termico, verificando l’integrità delle ampolle e la temperatura di intervento nominale.
  • Collaudo e pesatura delle cartucce di CO₂, con sostituzione se il peso scende oltre il 10% rispetto al valore nominale.
  • Verifica della tenuta pneumatica, per accertare l’assenza di perdite d’aria che potrebbero impedire l’apertura simultanea dei dispositivi.
  • Allineamento meccanico e funzionamento dei leveraggi, assicurandosi che le cerniere, le aste e i meccanismi non presentino attriti, ossidazione o bloccaggi.
  • Aggiornamento del registro dei controlli antincendio, obbligatorio per legge ai sensi del D.M. 1 settembre 2021.
    Questo registro deve contenere data, risultati delle prove, interventi correttivi eseguiti e firma del manutentore qualificato.

Ogni controllo, ogni firma e ogni misura diventano prove legali di conformità, indispensabili in caso di ispezione dei Vigili del Fuoco o audit assicurativo.

Errori che compromettono la conformità degli evacuatori di fumo e calore.

Nella pratica quotidiana, molti impianti perdono la conformità non per difetti tecnici, ma per manutenzioni eseguite in modo superficiale.

Ecco alcuni errori ricorrenti che riscontriamo spesso:

  • prove simulate ma non documentate nel registro;
  • apertura parziale degli evacuatori non corretta ma non segnalata;
  • sostituzione di componenti con ricambi non originali o non certificati UNI 12101-2;
  • mancata verifica delle pressioni nel circuito pneumatico;
  • assenza di report fotografici o digitali delle prove.

Tutti questi casi, in sede di controllo, equivalgono a impianto non conforme.

La soluzione Natalini: conformità garantita nel tempo

Con il Sistema Manutenzione Protetta, la conformità non è un obbligo burocratico, ma una garanzia contrattuale. Ogni impianto viene seguito con un protocollo interno che va oltre la UNI 9494-3, assicurando prestazioni costanti nel tempo.

Ecco cosa facciamo in più:

  • registriamo ogni verifica in piattaforma digitale certificata, con allegati fotografici e dati strumentali;
  • tracciamo lo storico dei controlli, per analizzare l’evoluzione delle prestazioni e individuare tempestivamente eventuali cali di efficienza;
  • garantiamo ricambi originali e conformi UNI 12101-2, già presenti a magazzino per evitare fermi impianto;
  • verifichiamo e documentiamo la continuità funzionale dell’intero sistema (comandi, quadri, attuatori, linee pneumatiche e barriere di fumo).

In questo modo, il cliente ottiene non solo un impianto efficiente, ma una copertura totale contro sanzioni e contestazioni.
Se un errore o un mancato intervento è imputabile a noi, paghiamo noi la sanzione o il danno derivante dal malfunzionamento.

Vuoi sapere se i tuoi evacuatori sono ancora conformi alla UNI 9494 e protetti da garanzia?

Richiedi una consulenza gratuita: un nostro tecnico specializzato effettuerà un check-up preliminare e ti mostrerà come mantenere il tuo impianto sempre efficiente e legalmente protetto.

Domande frequenti (FAQ) – Manutenzione evacuatori di fumo e calore

Che cosa sono gli evacuatori di fumo e calore (EFC)?

Sono dispositivi installati in copertura o facciata che permettono, in caso di incendio, di evacuare automaticamente fumo, calore e gas tossici, migliorando la visibilità e la sicurezza delle vie di fuga.

Perché è importante la manutenzione degli evacuatori di fumo e calore?

Una manutenzione regolare assicura che gli EFC si aprano correttamente in emergenza, garantendo lo smaltimento dei fumi e rispettando la normativa antincendio. Trascurarli significa ridurre l’efficacia del sistema e aumentare i rischi per le persone.

Ogni quanto tempo vanno controllati gli evacuatori di fumo?

Secondo la norma UNI 9494-3, è previsto un controllo semestrale e una manutenzione più approfondita annuale, affidata a tecnici qualificati che registrano gli interventi nel registro antincendio.

Chi può effettuare la manutenzione degli EFC?

La manutenzione deve essere eseguita da professionisti qualificati e formati sulla norma UNI 9494-3, in grado di verificare apertura, alimentazione, collegamenti elettrici e funzionalità dei dispositivi.

Quali sono i controlli principali sugli evacuatori di fumo?

I tecnici verificano integrità dei componenti, corretta apertura manuale e automatica, stato di cavi e alimentazione, pulizia dei meccanismi e assenza di ostruzioni che possano impedirne il funzionamento.

Quali rischi si corrono se non si fa manutenzione agli EFC?

Il sistema potrebbe non attivarsi in caso di incendio, con conseguente accumulo di fumi e calore, maggiore pericolo per gli occupanti, difficoltà nei soccorsi e responsabilità civili e penali per il gestore.

La manutenzione degli evacuatori è obbligatoria per legge?

Sì. La normativa antincendio italiana (D.M. 01/09/2021 e UNI 9494-3) prevede l’obbligo di manutenzione periodica degli impianti e dei dispositivi di protezione attiva come gli evacuatori di fumo e calore.

Quali documenti bisogna conservare dopo la manutenzione?

Ogni intervento deve essere annotato sul registro antincendio e corredato da rapporti tecnici e dichiarazioni del manutentore, in modo da dimostrare la regolare esecuzione dei controlli.

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