Oggi vorrei chiarirti alcuni aspetti della manutenzione delle porte antincendio tagliafuoco che troppo spesso si ignorano.
Inoltre ti svelerò come, grazie a delle semplici regole, potrai salvaguardarti da tanti rischi.
Quali?!
Quelli che ora, senza che magari tu neanche lo sappia, stanno minando la “tranquillità” della tua azienda.
Sai vero che se nella tua azienda non stai seguendo tutte le corrette procedure per la manutenzione stai rischiando davvero molto grosso?!
Se domani dovesse capitare una disgrazia o dovesse arrivarti un controllo a sorpresa, magari mandato da un tuo concorrente, saresti a posto riguardo alle porte antincendio?
Ho avuto troppo spesso modo di constatare che si tratta di un argomento sul quale esistono davvero poche informazioni.
Questa scarsa presenza di informazioni in materia ha una spiacevole conseguenza. Pochissime persone riescono a tenersi al corrente su tutte le corrette procedure di manutenzione da eseguire sulle porte antincendio.
Intanto, partiamo subito col dire che la prevenzione di incendi è fondamentalmente costituita da due distinti di protezione:
- Attiva
- Passiva
La protezione attiva è costituita da interventi dell’uomo o di macchinari.
Mi riferisco quindi a:
- Estintori;
- Gli impianti automatici di liberazione dei fumi;
- Sistemi di evacuazione fumo;
- Dispositivi di segnalazione;
- Idranti e tutte quelle strumentazioni che necessitano di un’attivazione umana o che si attivano autonomamente in reazione a della presenza di fumo o calore.
La protezione passiva invece è caratterizzata da sistemi che non richiedono l’intervento dell’uomo per operare.
Un esempio importante di protezione passiva è costituito proprio dalle porte antincendio.
“Le porte antincendio fanno quindi parte della branca della protezione passiva”.
Nell’ambito della sicurezza antincendio si parla spesso di “Compartimentalizzazione”. Ma che significa in soldoni?
Per compartimentalizzazione si intende la suddivisione di un edificio in più parti, in modo tale che un incendio che ha inizio in un ambiente non si propaghi negli altri, cioè negli altri compartimenti.
Un compartimento non ha una delimitazione o una configurazione fissa, ma può essere costituito da una stanza, un gruppo di stanze, una scala o anche da un solo corridoio.
Ok? Quindi dipende…
Una scala d’emergenza, ad esempio, è compartimentata.
“Ogni parte dell’edificio viene quindi chiamato “Compartimento” e dev’essere delimitato da elementi costruttivi che siano resistenti al fuoco”.
Questo è davvero importante. Ogni elemento costruttivo ha poi una resistenza al fuoco pre-determinata, in termini di minuti.
Quindi, ciascun compartimento dell’edificio è costruito secondo criteri che rispondono all’esigenza della protezione antincendio.
Ogni compartimento dev’essere dotato di vie di fuga che conducano a luoghi sicuri.
Le porte antincendio rivestono così un ruolo fondamentale all’interno di ciascun compartimento. Questo perché sono l’unica soluzione in grado di garantire un esodo sicuro e al tempo stesso rapido consiste nella compartimentazione. Non c’è altro modo.
Le porte antincendio sono infatti un elemento separante, resistente al fuoco.
Una porta antincendio è dunque un elemento apribile, serve a garantire la possibilità di fuga in caso di emergenza.
Ma quando è chiusa svolge comunque un lavoro importantissimo: impedisce la diffusione di un incendio da un locale ad un altro.
Nel corso della mia esperienza ho potuto constatare e vedere con i miei occhi situazioni incredibili a tal proposito:
- Porte tenute aperte con una zeppa in legno;
- Porte legate con filo di ferro aperte tenute fra di loro perché “davano fastidio”.
Se anche tu in azienda hai questo tipo di problema ti conviene agire subito, perché la porta antincendio è un elemento che deve potersi chiudere in caso d’incendio.
Non esiste che questo possa essere impedito perché “era scomoda quella porta chiusa“.
Esistono due dispositivi di chiusura automatica delle porte in caso d’incendio:
- Il dispositivo a molla che permette l’auto-chiusura della porta stessa;
- Il sistema a magnete o fusibile termico. Con questo sistema la porta può essere “trattenuta” da un magnete. In caso d’allarme incendio, viene tolta la tensione al magnete in modo tale che la porta si chiuda da sola. In questo caso il magnete è collegato ad un impianto di rilevazione fumi.
Vediamo ora invece quelle che sono le figure coinvolte all’interno del processo che parte dalla progettazione, e arriva fino alla manutenzione delle porte antincendio.
- Titolare dell’attività;
- Progettista della porta;
- Produttore della porta;
- Manutentore della porta.
Il produttore ha l’obbligo di verificare che tutte le norme antincendio, le norme di prodotto e le norme “CE” vengano rispettate nella creazione del prodotto stesso.
Tra i suoi obblighi rientrano quello di rilasciare all’utente finale:
- Le dichiarazioni di conformità;
- Il libretto d’uso e manutenzione.
Il progettista compie, ovviamente, delle scelte progettuali sulle porte antincendio.
Il compito del progettista è quello di scegliere la porta ideale, a seconda del livello di rischio connesso a ciascun contesto operativo e a seconda della tipologia d’uso che se ne fa del contesto stesso.
Quindi tra i vari tipi di porta anti-incendio presenti, il progettista sceglie quella più adatta alle caratteristiche contestuali e di rischio del sito d’installazione della porta stessa. Indicherà poi all’utente finale il tipo di porta e la sua resistenza.
Il titolare invece deve:
- Far posare correttamente la porta;
- Verificarne l’efficienza;
- Predisporre un piano di manutenzione;
- Registrare le attività di manutenzione.
Ricorda inoltre di conservare sempre tutte le documentazioni della porta. In caso di anomalie deve poi adottare delle azioni correttive. Il manutentore (cioè noi) esegue invece il servizio, redigendo poi il report di manutenzione del lavoro svolto.
Le porte antincendio sono poi costituite da degli accessori migliorativi della funzionalità della porta stessa.
Questi accessori sono:
- il maniglione antipanico installato sulla porta obbligatoriamente in caso la porta si trovi in una via di “esodo”. La sua funzione è quella di rendere la porta apribile con qualsiasi parte del corpo. Quindi, in caso di folla in fuga in massa, il maniglione agevola e velocizza l’apertura della porta;
- il chiudi porta aereo, cioè il dispositivo che permette la chiusura automatica dell’anta;
- l’elettromagnete, cioè quel dispositivo di trattenimento dell’anta che fa in modo di tenere aperta la porta.Il maniglione anti-panico,
Le cucine dei ristoranti comunicano sempre con la sala pranzo. In questi spazi, ad esempio, le porte antincendio NON POSSONO assolutamente rimanere bloccate da estintori, zeppe o lacci metallici come spesso vedo fare.
Le porte devono rimanere aperte grazie al sistema dell’elettromagnete, cioè un magnete collegato ad un impianto di rivelazione fumi automatico.
Il tecnico manutentore, per mantenere in buono stato il prodotto ed evitare eventuali malfunzionamenti, deve provvedere alla manutenzione.
Dev’essere esperto e competente, mantenendosi sempre informato frequentando corsi tecnici di aggiornamento. Deve inoltre conoscere ovviamente tutte le norme tecniche di riferimento vigenti, nonché la regola dell’arte.
Quali tipologie di porte antincendio esistono sul mercato?
- Porte ad anta singola;
- Porte ad anta doppia. Si tratta delle più comuni da trovare;
- Porte con maniglione o senza;
- Porte scorrevoli, sia verticali che orizzontali. Il classico esempio è dato dai “passavivande” nei ristoranti. Nei garage, invece, sono diffusi gli scorrevoli orizzontali, che permettono il passaggio di mezzi pesanti;
- Le vetrate tagliafuoco, cioè porte con vetri resistenti al fuoco. Si tratta di porte montate in caso di necessità di poter vedere cosa accade al di là della porta.
Tutte le porte anti-incendio ad anta singola o doppia, sono idonee ad essere montate sia su muro che su cartongesso.
Non è possibile montare una porta idonea ad esser montata sul cartongesso su un muro.
Ma non è raro vedere porte antincendio con tasselli in plastica, ad esempio, montate su muratura. Questo ed altri casi simili, costituiscono dei montaggi non conformi alle istruzioni del fornitore.
Si tratta di un grave problema. In caso d’incendio la porta antincendio non potrà garantire la corretta resistenza dichiarata dal produttore.
Hai quindi in tal caso un enorme problema di responsabilità.
NON STAI GARANTENDO LA TENUTA AL FUOCO TRA I DUE COMPORTAMENTI!
Quindi, se divampa un incendio tra due compartimenti, questo passerà senza troppa difficoltà ed in maniera rapida al compartimento che, in teoria, sarebbe dovuto rimanere isolato da fumi e fiamme grazie alla porta.
Un tassello in plastica non può trattenere una porta che, magari, necessita di essere murata. Il montaggio dev’essere fatto in accordo con le istruzioni di posa in opera del fornitore.
Un altro elemento molto importante è costituito dai dispositivi per coordinare la sequenza di chiusura delle porte.
Per le porte a doppia anta, ad esempio, sono i selettori di chiusura. Si tratta di braccetti che hanno lo scopo di far chiudere prima l’anta secondaria e poi quella primaria.
Se la sequenza avviene in modo contrario, la porta non si chiude. Quali sono i requisiti per la posa e la manutenzione? Quali sono le fasi di manutenzione?
Al momento, per svolgere l’attività d’installatore e manutentore delle porte antincendio, non è richiesta alcuna abilitazione ufficiale.
Chi esegue tali attività è però vincolato al rispetto di alcuni requisiti imposti dall’attuale normativa vigente e cioè:
- Avere l’idoneità tecnica e professionale;
- Avere la competenza e la qualifica adeguata. (Questo requisito è contenuto nel decreto 10 marzo 1998);
- Il manutentore deve rispettare le norme di buona tecnica, cioè ci sono delle normative UNI di come si svolgono i controlli.
Non esistono quindi ancora delle abilitazioni ufficiali. Tuttavia ci sono comunque tutta una serie di indicazioni da seguire.
Sicuramente bisogna sapere perfettamente come eseguire la manutenzione alle porte antincendio.
Le fasi che configurano la frequenza di attività di manutenzione sulle porte antincendio sono:
- Presa in carico iniziale. È necessaria per venire a conoscenza dello stato generale delle porte, di come queste sono messe a livello documentale e di come sono state montate. Si tratta di un’operazione che deve avvenire prima della manutenzione e che necessita di essere registrata con un verbale di presa in carico.
- La fase successiva è quella della sorveglianza. La sorveglianza dev’essere fatta internamente dal titolare dell’attività, con frequenza variabile. In linea di massima direi almeno una volta al mese. L’operazione dev’essere registrata nel registro anti-incendio. Si tratta di un controllo visivo che però, dato che le condizioni ambientali possono cambiare in azienda, è davvero molto importante. Le porte, non di raro, possono essere ad esempio danneggiate a causa di impatti con dei muletti. Ecco perché è necessario creare un sistema di sorveglianza interno efficiente.
- Il controllo periodico dev’essere fatto dal manutentore esterno due volte l’anno. L’operazione dev’essere documentata sia all’interno del cartellino sulla porta, sia nel registro anti-incendio.
Dopo queste attività puoi avere delle azioni di manutenzione delle porte antincendio ordinaria o straordinaria.
Per manutenzione ordinaria intendo lievi anomalie e quindi piccole registrazioni.
Per manutenzione straordinaria intendo invece delle non conformità gravi.
In tutti e due i casi, sia di manutenzione ordinaria che straordinaria, le azioni necessarie devono essere eseguite il prima possibile e registrate nel registro antincendio.
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